"Una dote naturale, espressa nel racconto del paesaggio conosciuto e poco altro, lavorando per velature sovrapposte così da conferire forza e tonalità al colore e una ricercata profondità pittorica che spesso ruota attorno ad un punto focale.

Dietro ad ogni studio, ogni soluzione effettiva in particolare degli anni Settanta e Ottanta compare, infatti, molto spesso uno spazio bianco che va delineandosi fra e fronde, fra le acque, fra i cespugni allusione a volte allo scorrere del fiume, a volte al cielo, una che acquista i connotati della pittura.

Una caratteristica a sé dove l'acquarello non si addensa con le sue filtrate cromie, lievi o possenti secondo la forza intrinseca della mano che ha fra le dita il pennello. "

 

Stefania Provinciali

"Acquerello vuol dire dipingere con l’acqua, usando colori che già sul pennello sembrano fatti di nuvola, di aria, di atmosfera, più che di concreta materia.

bisogna conoscere le carte, la loro assorbenza, la capacità di mantenere le cromie e di restituire la leggerezza, quasi la carezza, di ogni pennellata.

Rino Ragazzini era maestro di quest’arte difficile, elegante ed insieme umile nella semplicità che è difficile farsi.

Il suo mondo era la nostalgia di un’avventura umana che lo aveva portato, oltre ogni evento storico, a contatto con una natura così straordinaria e inaspettata, per cui ad essa egli ritornava ogni volta che scioglieva i colori. " 

Marzio Dall’Acqua
Presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma

 

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Rino Ragazzini pittore,  

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